L’antico Moscato Bianco del Piemonte, già conosciuto in epoca romana. È, forse, il vitigno che può vantare il maggior numero di attestazioni storiche. Diffuso, un tempo, in tutto il Roero, viene citato dal 1303 in riferimento a due carrate de bono, puro vino moscatello che tal Guglielmo Bayamondo di Canale deve al suo signore.
Numerosi sono i toponimi legati a tale vitigno, ma la località più celebre è sicuramente quella documentata a Santa Vittoria d’Alba, dove, oltre al toponimo Moscatello registrato nel catasto del 1529, si trovava una “vinea Moscatelli” citata nel 1445.
Interessante notare che sovente tali toponimi sono sovrapponibili alle proprietà feudali. Ancora a fine Ottocento, lo Strucchi, nel suo pregevole studio “Il moscato di Canelli”, ascrive alla zona d’elezione del Moscato i paesi di Cisterna d’Asti, Canale e Castellinaldo.
Oggi il disciplinare “Asti”, nelle due versioni “Asti Spumante” e “Moscato d’Asti”, riconosce tale tradizione enoica solo al comune di Santa Vittoria d’Alba, in considerazione del ruolo avuto dalla ditta Cinzano nella valorizzazione di tale vino.
Il colore è giallo paglierino con delicati riflessi verdolini. Una delicata spuma bianca si risolve in un perlage finissimo e molto persistente.
Il bouquet è intensamente aromatico, floreale e fruttato, ampio e avvolgente.
Il sapore piacevolmente dolce, fresco per la moderata alcolicità e giusta sapidità acida, è morbido e ricco di sensazioni muschiate proprie dell’uva Moscato. Molto lunga e intensa la persistenza aromatica.
Fonte: http://www.roeroturismo.it/vini/moscato-dasti-docg/