Prodotti del territorio

Il ristorante Mongalletto usa i prodotti tipici del Roero nei suoi piatti ricchi e gustosi.

Pesco e Peschicoltura

Nella memoria degli anziani è ancora presente il ricordo della grande diffusione del pesco verificatasi nel Roero, e in particolare a
Castellinaldo, nell’immediato primo dopoguerra.
Per far fronte alle difficoltà incontrate dalla viticoltura, infatti, i contadini affidarono a questo frutto il compito del riscatto economico.
L’espandersi della nuova coltivazione ed il conseguente aumento della produzione misero in evidenza l’isolamento dei paesi del Roero e la lontananza dai principali mercati che penalizzavano la commercializzazione del prodotto.
Per ovviare a questo inconveniente nacque, nel 1908, quello che diventerà il famoso mercato del pesco di Canale.
Il nome di Canale conquistò così la fama europea. Il pesco diventò l’orgoglio del Roero e dei contadini: se non primi, sicuramente fra i primissimi peschicoltori italiani.

Importante, nella diffusione dell’istruzione agraria, fu in questo periodo l’opera dei parroci che si dedicarono ad esperimenti pratici di agricoltura sui terreni di beneficio parrocchiale, dialogando con i contadini in ogni luogo e circostanza, dopo i vespri, nei campi e sulle strade. A Castellinaldo si ricorda in particolare l’opera di Don Marchisio.
II pesco entra quindi prepotentemente nella cultura popolare di queste zone ed un elemento lo si può anche individuare nei nomi caratteristici dati alle varietà di pesche di origine locale che ricordano i soprannomi dei loro scopritori, oppure figure o fatti eccezionali come la famosa “Lenin” di Castellinaldo. II pesco è entrato anche prepotentemente nella cucina locale che, nell’utilizzazione e nella combinazione di tutti gli elementi disponibili, presenta la pesca come uno dei dolci più prelibati.
Le pesche venivano consumate sciroppate, dopo essere state conservate a fettine sottilissime in bottiglie tappate come quelle del vino oppure in squisite torte o nella forma delle “ciapule”.
Anche a Castellinaldo si svolgeva la “Sagra del pesco” che iniziava la seconda domenica del mese di luglio e terminava la seconda domenica del mese di settembre.
Per tutto il periodo della sagra era autorizzato, in località Aie, il mercato giornaliero delle pesche prodotte esclusivamente nella zona del Roero. L’apertura del mercato era stabilita alle ore 10,30 e le contrattazioni non potevano avvenire prima di tale ora. I contenitori delle pesche, muniti del timbro di Castellinaldo, dovevano essere del tipo “vignola locale” e non potevano essere utilizzati per mercati di provenienza diversa del Roero.

Fragola

La coltivazione della fragola è diffusa soprattutto nei comuni di Sommariva Perno e Baldissero d’Alba, paesi che hanno ricoperto il ruolo di pionieri verso la fragolicoltura.
Le prime coltivazioni risalgono agli anni Venti. Negli anni Cinquanta e Sessanta l’importanza economica della fragola segna il riscatto di queste stupende “terre rosse”, grazie anche alla nascita di mercati locali.

Funghi

Innumerevoli sono le possibilità di ncontrare i funghi nella cucina roerina: da luglio a settembre si può gustare l’insalata di ovoli buoni,
detti anche funghi reali; da giugno ad ottobre il porcino nero, squisito in frittura o essiccato; in primavera le spugnole, per zuppe e ripieni, e il prugnolo, con il suo intenso profumo di tartufo; nell’estate le mazze di tamburo sott’olio; i prataioli, ottimi crudi in insalata o ai ferri; in autunno troviamo le famigliole buone o chiodini, da fare sott’olio o nel sugo; e poi i prelibati sanguinelli, in umido con le carni o con le verdure.

Castagna della Madonna

Si tratta di una varietà tipica del Roero, molto apprezzata per la precocità di maturazione e per essere quindi la prima castagna a giungere sui mercati. Il nome “della Madonna” richiama il periodo di maturazione, che avviene la prima decade di settembre.
Fuori dal Roero è anche conosciuta come “Canalina”, in riferimento a Canale, principale luogo di mercato.
La zona di produzione segue la linea delle rocche, da Pocapaglia a Montà fino a Cisterna d’Asti, lungo la quale si trovano piccoli castagneti o esemplari isolati. Sono proprio le particolari condizioni climatiche delle rocche e l’acidità dei terreni di queste aree a rendere possibile la presenza del castagno.

Pera Madernassa

Questa varietà prende il nome dall’omonima frazione di Vezza d’Alba. Si racconta che la pianta madre, cresciuta in una proprietà della cascina Gavello, fu abbattuta agli inizi del ‘900, quando contava ben 130 anni, un tronco dalla circonferenza di 2,60 mt. ed una produttività anche superiore ai 25 quintali. La pera Madernassa detiene una presenza importante nella cucina autunnale ed invernale, e viene inserita anche nelle versioni locali della mostarda o della “cognà”.

Miele

Anche il miele appartiene alla tradizione economica e di cucina del Roero. Qui la varietà di fioriture costituisce un’importante risorsa
per l’attività degli apicoltori. Dalle vaste macchie dei castagneti e dell’invasiva acacia si ricavano l’ambrato miele di castagno e il delicato miele d’acacia, fiori all’occhiello dell’apicoltura roerina, che è al vertice per quantità e qualità della produzione nel territorio piemontese.
Vanno inoltre ricordati alcuni interessanti esempi di architettura rurale presenti sul territorio di Montà, che descrivono geniali strategia per l’allevamento delle api.